Fino ad ora, i “ruggenti anni ’20” hanno certamente tenuto fede al loro nome: il nuovo decennio è iniziato da meno di un anno e abbiamo già sperimentato gli effetti  di una nuova pandemia globale e di cambiamenti climatici sempre più devastanti.  Ma la volatilità porta con sé anche opportunità.  Per riuscire a cogliere ciò che il 2021 ha da offrire, dovremo imparare a sfruttare a nostro vantaggio gli effetti dell’attuale crisi, adottando un approccio creativo, resiliente ed armati di grande spirito di adattamento.  A Forrester, abbiamo formulato alcune previsioni chiave per il 2021, rivolte alle aziende europee e ai leaders della customer experience, del marketing e del settore tecnologico:

  • Almeno 10 aziende sono destinate a subire perdite miliardarie in termini di brand equity poiché non riusciranno ad interpretare correttamente i comportamenti più complessi dei consumatori. Sempre più consumatori decideranno di acquistare prodotti e servizi non solo sulla base delle caratteristiche essenziali di questi beni, ma anche sulla base di valori, come ad esempio la tutela dell’ambiente o il supporto delle comunità locali, a cui i consumatori tengono e che le aziende condividono. Tuttavia, l’impatto economico e sociale della pandemia costringerà la maggior parte delle aziende a concentrarsi sulla variabile prezzo.  A causa di tale situazione, i consumatori saranno animati da sentimenti di frustrazione, delusione e sfiducia nel 2021, esibendo comportamenti contraddittori.  Tali contraddizioni non potranno che complicare il lavoro di specialisti di marketing e responsabili della customer experience, con il risultato che alcuni potranno fraintendere le esigenze dei clienti e indurli a rivolgersi altrove.  Al contrario, brand come Lidl e Intermarché, con la loro capacità di combinare la variabile prezzo al rispetto di valori apprezzati dai consumatori europei, avranno l’opportunità di conquistare nuove fette di mercato.

 

  • Più di un terzo degli impiegati presso aziende europee continuerà a svolgere le proprie mansioni in telelavoro a tempo pieno, in molti casi anche su base transnazionale. Il telelavoro su base transnazionale è destinato a crescere. E tale tendenza non riguarderà soltanto i “nomadi digitali” che scelgono di stabilirsi su qualche isola tropicale per pochi mesi. Ci riferiamo anche ai giovani professionisti impiegati da aziende londinesi che decideranno di lavorare dalla casa dei genitori in Grecia o in Italia (tanto per fare un esempio).  Ma le norme che regolano il lavoro non sono altrettanto flessibili ed omogenee. Le aziende europee dovranno dunque rivolgersi a consulenti del lavoro ed altri esperti per assicurarsi che i lavoratori agiscano in conformità alle leggi sul lavoro locali e alle norme in materia fiscale.  Gli specialisti di tecnologia dovranno investire nel potenziamento di infrastrutture di telelavoro temporanee che, almeno in parte, sono state implementate frettolosamente in risposta alla pandemia. Sarà necessario continuare a supportare i dipendenti in telelavoro in maniera stabile, oltre a coloro che decideranno di lavorare da casa solo temporaneamente.

 

  • Il Parlamento europeo abbandonerà il regolamento ePrivacy in favore di una nuova normativa applicabile all’intelligenza artificiale. Dopo una serie infinita di rinvii, Forrester prevede che il Parlamento europeo ritarderà ulteriormente l’adozione del regolamento ePrivacy e possibilmente finirà per accantonarlo definitivamente.  Tra le norme più significative e controverse del regolamento ePrivacy ci sono quelle relative al tracciameno nelle attività digitali degli utenti via cookies. Tuttavia, vista l’intenzione di Google di interrompere il supporto ai cookie di terze parti nel proprio browser e il moltiplicarsi di approcci “cookie-less” nel settore pubblicitario in generale, l’assenza di norme aggiornate su questo fronte finir à per avere un impatto limitato.  Un’altra priorità, però, catturerà l’attenzione del Parlamento Europeo nei prossimi mesi. L’esigenza di introdurre norme più efficienti che regolino le attività basate sull’ intelligenza artificiale (IA) porterà il Parlamento europeo a finalizzare una proposta di regolamento già nel 2021.

 

La nostra ricerca completa fornisce più dettagli ed analisi relativi ai comportamenti adottati da consumatori, aziende e autorità di regolamentazione europei nel 2021. Una copia della nostra ricerca e’ accessibile, cliccando qui.

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